Jonathan Franzen, scrittore e saggista (Western Springs, 17 agosto 1959).

Il Midwest: un luogo che al tempo stesso è e non è.

Raccontare Franzen e Le correzioni partendo da una citazione di David Foster Wallace, un virgolettato tratto da La scopa del sistema…un calembour ironico e un poco pretestuoso dell’oracolo DFW che ben riassume l’ambientazione de Le correzioni.

Franzen racconta meravigliosamente – fidatevi, meravigliosamente – l’epopea di una normale famiglia americana del Midwest. Cinque protagonisti, padremadretrefigli scritto proprio così…come si legge il romanzo. Tutto d’un fiato. Il libro è un ininterrotto racconto, toccante e a tratti commovente, di quello che costa attraversare la vita e di come ognuno di noi, in fondo, nella nostra precaria e finita avventura terrena si acconcia ad affrontare questo compito a cui non è data via di fuga. Ed ecco, allora, che risulta impossibile non identificarsi, almeno fosse solo per un capoverso, con i sommovimenti dell’animo che accompagnano padremadretrefigli. Ed è lì, in quell’attimo, che si stempera la distanza tra libro e lettore e che fa diventare noi parte di quel tutto raccontato da Franzen. Ed è lì, in quel preciso istante, che Franzen entra nella nostra vita.