Michel Houellebecq

La mediocrità e il senso di vuoto angosciante che solo una grande metropoli europea, e occidentale, riesce a trasmettere, Parigi nel caso del libro di Michel Houellebecq, nei giorni che precedono il capodanno. Il tutto amplificato, se possibile, quando il nuovo anno viene a coincidere con la fine e l’inizio del nuovo Millennio. Il viaggio, come mezzo e risorsa per fuggire e oltrepassare quel senso immanente e soffocante di fallimento che queste ricorrenze si trascinano appresso. 

Anche quando la vita non ti dà più niente da sperare, ti dà comunque qualcosa da temere.

Ecco, di tutto ciò si nutre l’energia cinica, oscena, voluttuosa, che anima e percorre le viscere di Michel Houellebecq e che egli – da abile artigiano della parola scritta – riversa con sapienza nelle pagine autobiografiche di Lanzarote. Un’isola, questa, delle Canarie e che, tranne per due attrazioni – il “Giardino dei Cactus” ed il Parco Nazionale di Timanfaya – nulla ha da offrire ai turisti. Priva di una qualsiasi forma accettabile di vita notturna, assenti le attrazioni culturali che di norma placano i desideri degli occidentali, onnivori di tutto ciò che a nulla serve e a nulla porta. Insomma, come scrive l’autore 

Il silenzio era totale. Ecco, mi dissi, a cosa somiglierà il mondo quando sarà morto. 

Posto di fronte al mondo come dev’essere apparso ai primi ominidi, con i segni e le ferite del parto ben in vista, la natura aspra e matrigna nella sua sorda potenza smuove, e porta alla luce, in Houellebecq quell’energia vitale che lo percorre e che – sorda agli artifici della ragione – si impone sovrana e guida l’uomo in un sfrenata, libera e selvaggia avventura sessuale con due turiste tedesche, conosciute durante un’escursione. A ciò fa come da contrappasso, la figura dello sbirro Rudi, anch’esso conosciuto durante la gita. Un belga depresso e immune al desiderio e al richiamo della vita. Una figura tragica e patetica. Uno sconfitto. Sconfitto doppiamente quando cercherà una via di fuga dal suo stare a galla privo di senso e direzione. 

Il libro è tutto qua. È Houellebecq, non il migliore .ma dove il suo meglio si intuisce e, in parte, si riconosce. E si vede. Il libro è completato, infatti, da una serie di scatti fotografici dell’isola fatti dallo stesso M.H.

In ogni caso una cosa era certa: quello che era successo a Rudi poteva succedere a chiunque: ormai nessuno poteva più sentirsi al sicuro. Nessuna posizione sociale, nessun legame poteva più essere considerato solido. Vivevamo in un’epoca capace di partorire qualunque distruzione e qualunque messia.

Titolo : Lanzarote

Autore : Michel Houellebecq

Editore : Bompiani

Pagine : 71

Prezzo : 12,00