
[…] l’altro è lo specchio nel quale ci guardiamo o nel quale veniamo guardati: uno specchio che ci smaschera e ci denuda e del quale facciamo volentieri a meno.
Eppure, e questo è il tema delle quattro conferenze raccolte ne L’altro,Kapuścinski è risoluto nell’argomentare come proprio l’incontro con l’altro, con lo sguardo dell’altro da noi, sia un momento ineludibile nella vita dell’individuo e delle comunità umane e, soprattutto, sia l’attimo fondante – la scintilla – in cui l’umanità e l’individuo prendono coscienza di se stessi, della realtà che li circonda e della complessità del mondo in cui si trovano a vivere.
È uno sguardo, l’incontro, di cui non si può fare a meno e da cui non è possibile chiamarsi fuori e difendersi. Non ci sono muri, sbarramenti, recinzioni di filo spinato che ci possono proteggere dall’altro da noi. Dal suo sguardo. Dalle domande che inevitabilmente ci vengono poste, dal suo guardarci. Le differenze – che pur esistono e non sono poca cosa – di razza, cultura e di religione sono al più nodi che possono rendere intricato il cammino verso l’altro e la reciproca conoscenza. Un cammino che, si auspica l’autore, faccia ricorso alla pratica, difficile e anche dolorosa, del dialogo, senza per questo dimenticare che esistono anche altre possibili risposte. Risposte a cui l’umanità ha fatto più volte ricorso, nell’affrontare l’altro. Innanzitutto il conflitto e l’isolamento, quello che Kapuścinski definisce anche come apartheid. Vie di fuga che non portano da nessuna parte.
Ecco, richiamando l’elaborazione filosofica di Lévinas e gli studi di Malinowski, riflettendo sugli effetti dei cambiamenti prodotti dal passaggio dalla società di massa a quella odierna, che l’autore definisce anche come società planetaria, ecco, Kapuścinski ci rammenta come la grande sfida del nostro tempo sia proprio l’incontro con l’altro. I progressi della tecnologia, gli effetti di lungo periodo della decolonizzazione che ha determinato – con la nascita di nuove entità statuali – l’ingresso sulla scena mondiale di una moltitudine di uomini e donne liberi e attrezzati di una loro propria identità culturale, ecco, questi elementi che, incontrandosi tra di loro, determinano giorno dopo giorno un nuovo processo di ibridazione culturale, ripropongono l’attualità, la centralità, dell’incontro con l’alto da noi. La risposta a questo stato di cose, per Kapuścinki, è una.
L’esperienza di tanti anni trascorsi in mezzo agli altri di paesi lontani mi insegna che la benevolenza nei loro confronti è l’unico atteggiamento capace di far vibrare la corda dell’umanità.