[…] ci sono solo due modi di vivere: uno è avere sempre paura. Arrischiarsi il meno possibile, chiudersi in casa, fare sempre gli stessi movimenti, mangiare le stesse cose, incontrare le stesse persone, oppure proprio più nessuno. […]. Oppure guardare verso la paura […].

E attraversarla. Valeria Parrella con La Fortuna, la sua prima per Feltrinelli, ha scritto un romanzo breve di carattere storico ambientato negli anni compresi tra il terremoto di Pompei del 62 d.C e l’eruzione del Vesuvio nel 79. L’autrice partenopea è andata oltre il topos atteso dal lettore, quello di osservare un giovane uomo alla ricerca della realizzazione personale e in lotta per non tradire se stesso. Nel farlo, quell’andare oltre si traduce nell’atto concreto di accompagnare il lettore per il mare aperto che caratterizza i grandi romanzi di formazione. Attraverso Lucio, il protagonista, Parrella parla e scrive di noi che leggiamo.

La Fortuna. Un romanzo di formazione.

La Fortuna è questa cosa qua. Un romanzo di formazione nell’accezione più classica del termine, sperando con questo di non fare un torto all’autrice. È la possibilità di mettere mano ad un destino – quello tenuto da Làchesi, la Parca di mezzo nella mitologia romana – che pare scritto alla nascita. Per Lucio determinato dalla provenienza sociale e da un difetto ad un occhio, cercando, quel destino, di torcerlo nel senso che volevo io.

La scelta del mare.

Mettere mano al proprio destino è assunzione di responsabilità. Scegliere cosa essere e in che modo. E Lucio sceglie il mare e sceglie di solcarlo tenendo ben saldo il timone di una nave. Nonostante, o grazie a quell’occhio un pò sghembo, Lucio impugnando il timone ha compreso che il suo destino sono le navi. Salpare, viaggiare, conoscere. La Fortuna come la Pequod di Melville. E sarà nel mare, in quei tre giorni di tempo sospeso in balia del maremoto provocato dall’eruzione del vulcano, in cui i confini della terra e del mare saranno sconvolti e ridefiniti dalla furia della natura, che Lucio giungerà a comprendere il valore degli studi filosofici appresi da Quintiliano e dai suoi precettori.

A questo serviva quel magazzino di vite altrui che Quintiliano ci ha lasciato in dote: a orientarci quando non si vedono le stelle, come stasera. Nel pozzo del loro animo le persone si fidando questo: non dei galloni lucidi che Plinio veste sulla toga né della vela porpora che solo lui issare né del diritto di decidere se vivrai o morirai: si fidano di te se tu sai e sai spiegare, e ti fai tramite dell’indecifrabile.

Compiuto il destino di Pompei e dei suoi abitanti, Lucio non potrà che constatare che saranno sepolti per sempre gli affetti e i luoghi più cari della sua infanzia e giovinezza. Perduta è la madre, la casa, la città. Perduto si sente anche Lucio, un sopravvissuto. Eppure.

Eppure anche quando sembra tutto sparito un uomo si ferma e ricorda. E in quella memoria germoglia il futuro come fiore del deserto.

Titolo : La Fortuna

Autore : Valeria Parrella

Editore : Feltrinelli

Pagine : 139

Prezzo : 16,00