
Ed era come se entrambi fossimo vissuti in corridoi o in tunnel paralleli, senza sapere di stare uno accanto all’altra, come anime somiglianti in tempi somiglianti, per ritrovarci alla fine di quei corridoi, davanti ad una scena dipinta da me, come una chiave destinata a lei sola, come l’annuncio segreto che io ero lì e che i corridoi si erano finalmente uniti e che l’ora dell’incontro era arrivata.
Leggere Il tunnel di Ernesto Sabato è immergersi nella letteratura latinoamericana Novecentesca. Fino al collo. Una scrittura e una voce narrante, quella di Sabato, che non risparmia, e non si risparmia, nulla. Scrittura potente e delicata, immaginifica. Il suo indagare turbamenti, stati d’animo, sensazioni, ossessioni – più che nel descrivere particolari, seppur non superficiale sotto questo aspetto – è un viaggio nei nervi, nella carne e nelle sinapsi dell’Io narrante.
I dettagli.La pioggia che batte, le onde che si infrangono sulla costa. E essere lì, adesso. Leggere Sabato, in questo caso Il tunnel, è farsi accompagnare in un viaggio in cui l’individuo – nella sua completezza – entra in una dimensione altra. Il dono e la magia di un grande scrittore.