il sentiero dei nidi di ragno

Questo romanzo è il primo che ho scritto; quasi posso dire la prima cosa che ho scritto, se si eccettuano pochi racconti. Che impressione mi fa, a riprenderlo in mano adesso? Più che come un’opera mia lo leggo come un libro nato anonimamente dal clima generale d’un’epoca, da una tensione morale, da un gusto letterario che era quello in cui la nostra generazione si riconosceva, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Italo Calvino, da l’introduzione a Il sentiero dei nidi di ragno, Einaudi, 1964.

Il sentiero dei nidi di ragno

Un ragazzo lentigginoso del Carrugio Lungo vive in una città di mare del Ponente ligure che parrebbe San Remo. Pronto alla battuta e alle peggio volgarità ma, allo stesso modo, puro e innocente come i suoi coetanei. Ecco, questo è Pin il protagonista de Il sentiero dei nidi di ragno, il primo romanzo di Italo Calvino, scritto nel 1946 e pubblicato l’anno seguente da Einaudi.

Una vita sbandata trascorsa a lavorare, quando era di buona, come garzone in una bottega di un calzolaio. Per il resto del tempo sempre il primo a combinare marachelle per le vie strette dei carrugi, in guardia ad ascoltare i suoni e i rumori, immerso negli odori di una città e di un’umanità alle prese con la miseria della guerra. Il mondo affettivo di Pin è contraddistinto dalla solitudine. Senza padre e madre, vive con la sorella, la Nera, dedita alla prostituzione. Privo com’è di una figura maschile di riferimento, gli uomini con cui si relaziona sono i perenni sconfitti che popolano le osterie. Quel mondo dei grandi che, inevitabilmente, finisce per attrarre il giovane ma di cui non conosce le regole, come un gioco sconosciuto, e che determinano in lui rabbia e risentimento. E allora sono canzoni sboccate, prese in giro cattive. La parola come strumento per dare voce alla rabbia e per fare male, infliggere dolore.

La gioviezza e la guerra partigiana

Il mondo che circondava Pin era quello tragico ma ricco di fascino, soprattutto per la fantasia di un ragazzo, che caratterizzava il nostro paese durante il secondo conflitto mondiale e nella guerra partigiana. L’equilibro che teneva assieme lo stare al mondo di Pin e la sua quotidianità verrà poi meno quando si consumerà l’irreparabile, Il sentiero è un libro in cui più volte l’atto è caratterizzato dal suo essere irreparabile, e si consumerà sotto forma di una sfida che gli viene lanciata, una sera in osteria, dal mondo degli adulti. Sarà capace il giovane, oltre a cantar canzonette oscene, anche di recuperare la pistola del tedesco che abitualmente frequenta la sorella? Questa prova, superata, porterà Pin irrimediabilmente dall’altra parte, a essere bambino insieme agli adulti e non più separato da quel mondo. Sarà parte degli adulti pur nella sua irrimediabile solitudine.

È triste essere come lui, un bambino nel mondo dei grandi, sempre un bambino, trattato dai grandi come qualcosa di divertente e di noioso; e non poter usare quelle loro cose misteriose ed eccitanti, armi e donne, non potere far mai parte dei loro giochi.

È sarà la pistola, sottratta al milite tedesco, a imprimere la svolta decisiva alla vita di Pin e a dare tono e voce al libro. Quell’arma nascosta nel nido dei ragni, a cui si giunge per un sentiero conosciuto solo da Pin e che rappresenta l’incontro tra la fanciullezza e la violenza del mondo adulto. Ecco, in Pin questi due elementi sono presenti nitidamente. La violenza, anche gratuita, con cui Calvino racconta di Pin e di come si diverte a infilzare i ragni o a tormentare i grilli. E la spensieratezza e la dimensione del gioco con cui attraversa l’orrore della guerra. Una violenza consustanziale, si direbbe, alla natura umana e che diventa il tramite – il mezzo – per accedere a quel mondo adulto incontrato con il freddo metallo dell’arma e nelle peripezie, tragiche e giocose, della guerra. Ed è la guerra partigiana, la Resistenza, l’innesco che rende vivo, credibile al lettore, il romanzo. Le immagini che Calvino ci restituisce dell’entroterra ligure, il racconto dei colori della natura, degli umori dei protagonisti non sarebbero possibili senza il fatto, senza la Resistenza. Senza Lupo Rosso e Cugino e Kim e i partigiani incontrati da Pin non avremmo Il sentiero dei nidi di ragno, romanzo della Resistenza e necessario per comprendere la Resistenza.