Emmanuel Carrère ( Parigi, 9 dicembre 1957) è uno scrittore, sceneggiatore e regista francese (immagine 2004 di Lise Sarfati, Magnum photos, Contrasto).

[…] doveva scomparire. Non necessariamente dal mondo, ma di sicuro dal suo, dal mondo che conosceva e che lo conosceva, perché le condizioni della vita in quel mondo erano ormai compromesse, incancrenite dall’effetto di una mostruosità incomprensibile che gli toccava rinunciare a comprendere oppure affrontare tra le mura di un ospedale psichiatrico. Non era pazzo […].

Un libro è anche e soprattutto un viaggio. Lo scrittore ed il lettore sono in questo accomunati, sono dei viaggiatori. Possono scivolare dentro un altro da sé, accompagnati da una voce narrante, e immergersi nelle sue emozioni, paure e ossessioni, e accompagnarlo nelle sue vicissitudini quotidiane e concrete, nei suoi spostamenti nello spazio fisico che lo circonda e in qualche modo lo condiziona.

Ecco, Carrère combina sapientemente entrambe queste declinazioni del viaggiare ne I baffi, il suo terzo romanzo, edito per la prima volta in Francia nel 1986 e nuovamente pubblicato da Adelphi nel 2020. Il libro segue il plot narrativo classico dell’autore francese, il portare alla luce quello scarto, quella contraddizione, tra l’immagine di noi, che trasmettiamo all’esterno, e la nostra realtà intima, l’essenza, si pensi a L’avversario, e questo scarto ne I baffi si trasforma in un gioco di specchi che progressivamente si frantumano e, frantumandosi, rimandano un’immagine sconosciuta di sé al protagonista fino a condurlo allo smarrimento. Questo cortocircuito prende il là da un gesto apparentemente banale, radersi i baffi, ed è tramite questa banalità che la vita di un uomo qualunque si traforma in un caduta libera nell’abisso e nell’orrore dello smarrimento del sé. Manie persecutorie, la fuga, la coscienza che, in definitiva, alterata, smarrisce lucidità e, per questa via, si vedono sfumare sempre più in un passato lontano e indistinguibile i tratti delle presone care e i luoghi fisici della memoria di un uomo perso in un labirinto in cui nulla può aver rimedio.