
Sapete, sono arrivato a desiderare che morisse qualcuno, su quella nave. Ho desiderato che morisse un bambino sull’Aquarius.
Un pensiero infame, desiderare la morte di un innocente, come ultima possibilità per contrastare e vincere la strategia del ministro della Polizia. Condurre alle estreme conseguenze il disegno politico di Salvini, speculare sulla tragedia dei migranti ospitati a bordo dell’Aquarius per raccattare nuovi voti nella sua perenne campagna elettorale, auspicando la morte di un innocente – chi più innocente di un bambino ?! – per sgretolare il disegno del ministro e il suo crescente consenso presso l’opinione pubblica. Un pensiero, una riflessione, che per lo scrittore e l’uomo Albinati diventa un punto di non ritorno. Un nodo da affrontare e sciogliere.
Ecco, attraverso Cronistoria di un pensiero infame Edoardo Albinati, Premio Strega 2016 con La scuola cattolica, si confronta con quel baratro di cinismo e brutalità in cui egli stesso precipita a causa di questo pensiero, atroce e ributtante. Il coraggio di Albinati è quello di soffermarsi su questa oscenità, non sfuggirle. Si sofferma e la utilizza per rendere appieno il senso e l’obbligo che, unico, deve animare lo scrittore. Quel dovere morale di scavare nello sporco, e rivelare cosa ci sia sotto, lo sporco degli altri ma prima di tutto il proprio, il proprio rancore, la propria parte oscura, il demone. Ritrovare la missione autentica della scrittore, il riuscire (sempre che ne sia capace…) a rivelare realtà più profondo, oppure evidenti ma taciute, a formulare idee anche se scandalose, visto che la verità non è affatto conveniente, non conviene affatto a chi la dice, la verità non porta necessariamente voti.
Trovare un senso, una verità, a questa affermazione, augurarsi la morte di un innocente, terribile e cinica. E attraverso di essa, cercare di comprendere se stesso e la società attuale e i miasmi che percorrono l’opinione pubblica e i governanti, che corrodono e infettano antichi principi della convivenza civile come il diritto d’asilo, l’asylum del diritto romano.
Di questo racconta Albinati. Di una società psicotica che, come l’individuo psicotico, accumula frustrazione e rabbia negandole, e pertanto, nega la realtà medesima.
Vedete, sono insensibili non solo al ragionamento, ai sentimenti, alla sofferenza, alla vergognata alla stessa nuda realtà. la realtà non li sfiora nemmeno di striscio. Come per i vecchi stalinisti, se non corrisponde alle loro fanatiche convinzioni, tanto peggio per le realtà.