Almarina è il libro scritto da Valeria Parrella e finalista al Premio Strega nel 2020.
Dentro: questo posto è meraviglioso – e fuori ci sta la città che ti costringe al tutto o al nulla, la vita ingombrante, la famiglia violata, la guerra, i bombardamenti da cui scappi, il vecchio che ti manda a rubare e quello che ti mette incinta, il fidanzato che ruba il fucile di suo padre, la madre che non ha saputo vedere, quella che ha visto troppo, quella che non ha saputo parlare. Fuori vai mendico nel mondo. Fuori ci sono figli gettati come una sgravata di gattini, e ragazzi che si fanno sul binario della circumvesuviana prima dell’accelerato delle undici e la signora in vestaglia seduta sullo sgabello del tabacchi con gli occhi fissi sul monitor delle scommesse – dentro: questo posto è meraviglioso, è tutto quello che i nostri ragazzi non hanno mai avuto.
In Almarina i femminili che si completano
Almarina racchiude in sé tre femminili che si completano, si integrano e danno corpo, nella lettura, alla ricomposizione di un’unica figura. Le protagoniste del romanzo sono tre. La professoressa Elisabetta Maiorano, docente all’Istituto Penale Minorile di Napoli. La giovane detenuta Almarina, sedicenne rumena fuggita con il fratello Arban dalla povertà e dalle violenze del padre. E poi c’è lei, l’isola – non isola di Nisida, così definita poiché collegata alla terra ferma da una fettuccia di asfalto. Non potrebbero esistere separati, questi femminili. Sono l’uno complementare all’altro nella costruzione di senso del romanzo.
Il luogo dell’incontro, il carcere, un mondo altro rispetto alla normale quotidianità, lo straordinario come Il paese delle meraviglie di Alice, là dove vigono regole sconosciute e dove bisogna reinventarsi un nuovo alfabeto cognitivo ed emotivo per rapportarsi con i giovani detenuti – e difatti la professoressa affermerà io sono cresciuta e dentro la porticina di Alice non ci passo più.
Viaggiare e trovare il proprio posto nel mondo
Questo è il romanzo. Un viaggio nel mondo misterioso del carcere che si risolve in un cambiamento – ogni vero viaggio comporta in sé un cambiamento in chi lo affronta – determinato dall’incontro con l’altro, che null’altro è se non un’altra parte di noi. E questo è il cammino che tocca in sorte tanto a Almarina, con il suo viaggio per imparare a stare al mondo e nel mondo nuovo, e alla professoressa, chiamata nuovamente a imparare a vivere se stessa, le mura domestiche e la sua vita, dopo l’improvvisa morte del marito. E questo, sarebbe impossibile senza l’incontro nel mondo del mistero, il carcere.
Le vicende della professoressa, voce narrante in prima persona, si intrecciano alla comparsa della giovane detenuta attraverso la sperimentazione di una forma d’amore improvviso nei suoi riguardi, un amore che nulla a che fare con il colpo di fulmine, un sentimento opalino come scrive Parrella, che prende vita guardando il mare, insieme alla giovane Almarina, mentre si trova a raccontare di come il marito fosse stato un magnifico nuotatore.
– Io non so nuotare, – lei mi ha detto, allora.
E io:- Si può impare sempre, anche da grandi. E questa risposta non significava solo quello che dicevo: significava che le avrei insegnato a nuotare.
Cadere per ritrovare la propria libertà
Il viaggio e l’incontro trasformano la professoressa Maiorana e il punto di caduta finale sarà la ritrovata libertà. Libertà dal peso opprimente del lutto e dal tempo che avanza e che inizia a mostrare i suoi immancabili segni sul corpo di una donna che stenta a riconoscersi in quella che era. La libertà, in questo caso, è il premio per il ritorno a Itaca.
Se si vuole che Nisida salpi, bisogna sciogliere il nodo marinaio che la tiene attraccata alla sua città regale, se si vuole essere liberi, ci si deve sentire liberi.
Valeria Parrella da voce a due movimenti: quello del sentimento e quello dell’azione e in entrambi la voce, il timbro dell’autrice, contribuiscono a rendere la narrazione viva, credibile, resistente alla lettura. E questo fa di Almarina un libro degno di essere letto e vissuto.
Almarina
Scritto da Valeria Parrella
Edito da Einaudi
pp. 136
€ 17,00